Gli anni sessanta e i primi anni settanta hanno rappresentato per il giradischi un periodo di consolidamento delle tradizioni e convinzioni radicate nel pensiero dei vari costruttori. I tentativi di miglioramento del suono nella riproduzione dei dischi in vinile hanno portato a soluzioni i cui risultati sono stati, nella quasi totalità, smentiti dal tempo, il quale ha dato ragione solo a pochissimi costruttori, non nell’integralità del progetto, ma solo su uno, massimo due, punti cruciali della definizione delle qualità acustiche.

A partire dalla metà degli anni settanta, ma soprattutto con gli anni ottanta, è iniziata un’importante evoluzione dei sistemi di lettura, ottenuta con l’impiego di materiali inerti e antirisonanti (come leghe metalliche o mescole acriliche particolari) invece che materiali risonanti accoppiati tra loro con un equilibrio instabile e difficile da ottenere: praticamente i vecchi giradischi erano sistemi risonanti accordati, magari con un bel suono, ma quasi sempre eufonico e con bassa dinamica. Negli anni ottanta l’evoluzione del giradischi, in pieno periodo CD, è servita da base per parametri validi ancora oggi. Sono state risolte o attenuate problematiche acustiche a partire dal contatto tra disco e piatto per finire al controllo elettronico della rotazione, toccando nel percorso decine e decine di punti  influenti sul risultato finale.

Transrotor ha costruito i primi giradischi a cominciare dalla metà degli anni settanta, partecipando e contribuendo all’evoluzione dei sistemi di lettura, specializzandosi non solo nella meccanica ma anche nell’elettronica di controllo della rotazione. Conoscenze, sperimentazione e passione associate ad attrezzature di alta precisione hanno fatto di Transrotor un marchio leader nel campo dei sistemi di lettura analogici.

Siamo orgogliosi di essere concessionari di questi meravigliosi e intramontabili gioielli costruiti in Germania.